AXA IM. L’invasione dell’Ucraina da parte della Russia avrà ripercussioni negative sull’economia globale principalmente per via delle strozzature nelle forniture di energia e di altri prodotti.
A cura di Chris Iggo, CIO Core Investments di AXA Investment Managers
E non abbiamo ancora risolto tutte le problematiche dell’offerta provocate dal COVID. La risposta politica alla pandemia è stata positiva per i mercati, ma in questo caso non è chiaro se si possa fare altrettanto. Potrebbe diventare necessario essere più difensivi. Le banche centrali potrebbero trovarsi nella necessità di modificare il previsto ciclo di rialzi dei tassi.
Gli effetti sull’energia
La minaccia immediata sul fronte dei mercati dell’energia è che i prezzi elevati del gas naturale graveranno sulla crescita economica in Europa. Il rialzo del prezzo del greggio peserà anche sui consumatori americani. Basti ricordare che, in tempi recenti, ogni recessione negli Stati Uniti è stata preceduta o accompagnata da un brusco aumento dei prezzi del petrolio. La buona notizia forse è che, in termini reali (rispetto all’inflazione esclusi alimentari ed energia), il prezzo del petrolio è ancora assai inferiore ai picchi del 2006/2007. Inoltre, l’economia americana probabilmente è un po’ meno sensibile a un eventuale rialzo del prezzo del petrolio rispetto al passato. Ciononostante, il brusco aumento del prezzo nominale della benzina, unitamente al rialzo generalizzato dell’inflazione, non fa bene alla fiducia dei consumatori già traballante.
Le banche centrali alzeranno i tassi come previsto?
Tali sviluppi rendono più difficile il compito delle banche centrali e gli interventi sui tassi di interesse. I mercati scontano ancora sei rialzi da parte della Fed quest’anno, sebbene si vada delineando la possibilità di un approccio più cauto in considerazione dei rischi per la crescita.
Nella maggior parte delle aree valutarie non viene scontato un aumento significativo e sostenuto degli yield obbligazionari a lungo termine. Gli yield obbligazionari sono lontano dai livelli massimi e finché non ci sarà più chiarezza, dubito che registreremo nuovi massimi, a meno che le banche centrali non ci dicano chiaramente che intendono concentrarsi solo sul controllo dell’inflazione. Sarebbe difficile in un contesto di crisi politica globale con evidenti rischi per l’economia.
Punto critico
Per chi segue i mercati obbligazionari è particolarmente difficile individuare qual è il punto critico per l’inflazione. Un aumento dell’inflazione metterebbe in difficoltà la crescita del reddito reale e aggraverebbe i rischi di recessione nel medio termine. Se le banche centrali reagissero in modo aggressivo a un aumento dell’inflazione, i rischi di recessione si farebbero più concreti. Un consistente ridimensionamento dello stato patrimoniale non sembra opportuno in tale scenario, e potrebbero essere necessari nuovi interventi fiscali per alleviare gli effetti negativi dello shock dei prezzi energetici. Non ci sarà inflazione se le banche centrali soffocheranno l’economia ma, in ogni caso, un rialzo dei tassi di interesse non porterebbe a un aumento delle forniture di gas e petrolio.
Un’escalation delle sanzioni finanziarie non porterà a una crisi Lehman per il sistema finanziario globale, tuttavia potrebbero esserci ripercussioni che le banche centrali e altre autorità dovranno affrontare. Sono certo che l’annuncio di imponenti sanzioni avrà un impatto negativo sugli strumenti più esposti al rischio nel breve termine, sarà però complesso valutarne le conseguenze a più lungo termine per l’economia globale.
Importanti interrogativi: la sostenibilità
Un altro problema per gli investitori è capire come affrontare la situazione attuale sul fronte della sostenibilità. La maggior parte delle politiche ESG si concentra sul settore corporate, mentre i tentativi di comprendere anche i titoli di Stato sono ancora meno avanzati. Se però consideriamo il fallimento dell’impegno attivo (diplomazia) e l’impatto degli interventi della Russia (sulle persone, sull’ambiente e sulla governance), allora indubbiamente potrebbe essere necessario prendere misure che vadano oltre le sanzioni ufficiali. È un tema complesso, diversi Paesi potrebbero essere considerati un “cattivo” investimento relativamente all’impegno per la neutralità climatica, il rispetto del diritto internazionale e i diritti umani. Speriamo che in questo caso, le pressioni dei cittadini russi e della maggior parte della comunità internazionale, abbinate al coraggio e allo stoicismo degli ucraini, portino al fallimento delle ambizioni politiche della Russia, aprendo la strada a un futuro diverso per il Paese. Per il momento, speriamo che si arrivi presto alla pace.
Fonte: BondWorld.it
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