Flash: Nell’Eurozona sono in calendario i dati di produzione industriale di febbraio

Area Euro Germania. In febbraio, la produzione industriale è cresciuta di 0,4% m/m e 4,7% a/a. La crescita ‘acquisita’ nel primo trimestre 2014 è pari a 1,8%, contro lo 0,5% t/t del 4° trimestre 2013. A livello settoriale, la variazione risulta frenata dal calo di energia (-0,9% m/m) e costruzioni (-0,1% m/m),….


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mentre la produzione manifatturiera è cresciuta di 0,5%. All’interno del manifatturiero, l’espansione è trainata dalla produzione di beni intermedi (+1,3%, dopo il +0,2% di gennaio).

I market mover della settimana

Nell’Eurozona sono in calendario i dati di produzione industriale di febbraio. In Germania e Francia si dovrebbe vedere un aumento marginale dell’attività mentre in Italia è previsto un calo dopo il balzo di gennaio. A marzo, i prezzi al consumo in Francia dovrebbero aumentare di 0,8% m/m sull’indice armonizzato per un IAPC in rallentamento di un decimo all’1,0%, mentre la seconda lettura in Germania dovrebbe confermare l’inflazione armonizzata allo 0,9%. L’Italia pubblica il DEF, con le nuove proiezioni a medio termine di finanza pubblica, e tiene le aste di metà mese del debito pubblico.

La settimana ha pochi dati in uscita negli Stati Uniti. Il focus sarà sulla pubblicazione dei verbali della riunione del FOMC di marzo. Prezzi all’import e alla produzione di marzo dovrebbero essere in modesto rialzo; la fiducia dei consumatori dell’Univ. of Michigan ad aprile dovrebbe essere in moderato miglioramento dopo la correzione di fine marzo.

Venerdì sui mercati

Il mercato europeo è entrato in piena frenesia da stimolo quantitativo. Venerdì la FAZ aveva riferito di simulazioni condotte dalla BCE per stimare gli effetti di acquisti non sterilizzati di titoli, ipotizzando un volume di mille miliardi di euro in un anno; tali simulazioni, secondo quanto riferito dal giornale, avrebbero condotto a stime di aumento dell’inflazione di 0,2-0,8 punti percentuali. Deducendo da ciò che l’ammontare del programma, se sarà avviato, potrebbe essere ingente, ne è derivata un’accelerazione del trend di ribasso per i rendimenti dei titoli di stato degli emittenti periferici. Questa ha avuto due motori: il primo, è il calo dei tassi sul mercato tedesco, che ha raggiunto i -5pb sulla scadenza decennale ed è stato aiutato anche dalla correlazione con il mercato americano, che ha chiuso positivamente la seduta di venerdì; il secondo è la riduzione dei premi al rischio.

L’entusiasmo non si è riflesso in nuovi cedimenti dell’euro, che ha ritoccato solo marginalmente, a 1,3671, i minimi toccati contro dollaro nella giornata di giovedì e continua a sostare intorno a 1,37. Il dollaro, invece, cade preda di movimenti correttivi contro yen (ora a 103,09 contro il 103,90 di giovedì notte).

Area Euro

Germania. Gli ordini all’industria sono cresciuti di 0,6% m/m a febbraio in linea con le nostre attese, ma più forte delle stime di consenso. Il dettaglio per origine geografica mostra che la domanda dal resto della zona euro è accelerata sensibilmente a +5,9% m/m dopo il -9,1% m/m, sostenuta in particolare dai beni capitali +12,2% m/m da -18,1%m/m. Gli ordini da paesi al di fuori della zona euro calano del 3,1% m/m in larga misura per la correzione degli ordinativi di beni capitali. Su base trimestrale gli ordini sono rallentati a 0,8% t/t da +2,3% di dicembre, ma dovrebbe trattarsi di un fenomeno temporaneo legato alla pausa del commercio mondiale.

Stati Uniti

L’employment report di marzo conferma il continuo miglioramento del mercato del lavoro. Gli occupati non agricoli a marzo aumentano di 192 mila; i dati dei due mesi precedenti sono rivisti verso l’alto di 37 mila posti. Nel 1° trimestre la variazione mensile media è pari a 177670, la media per febbraio-marzo è di 194500. La variazione registrata con l’indagine presso le famiglie, a 503 mila, rimane molto elevata per il 3° mese consecutivo. Il tasso di disoccupazione è invariato a 6,7%, per via di un nuovo ampio aumento della forza lavoro (+503 mila) analogo all’aumento degli occupati (+476 mila). Il tasso di partecipazione sale di 2 decimi, a 63,2%, sui massimi da settembre 2013. Il tasso di occupazione finalmente segna un aumento, a 58,9%, il massimo da settembre 2009. Le misure di disoccupazione allargata e di sotto-occupazione calano, a parte quella che include i lavoratori part-time per motivi economici. Le ore lavorate accelerano in misura significativa, con un incremento di +0,7% m/m. I salari orari sono invariati, dopo l’aumento di 0,4% m/m di febbraio; i dati di febbraio-marzo sono viziati dall’effetto clima (salari orari più elevati a febbraio per via della debolezza delle ore lavorate): il trend dovrebbe rimanere pari a 0,2% m/m. I dati sono complessivamente positivi, perché mostrano trend solidi per i nuovi occupati, per le ore lavorate e quindi per il reddito da lavoro; inoltre la diffusione dell’aumento di occupati a gran parte dei settori e l’aumento della partecipazione danno altri segnali di consolidamento della fase espansiva del mercato del lavoro. I dati verranno letti in modo positivo dal FOMC, nonostante l’aumento degli occupati part-time, e contribuiranno al proseguimento della riduzione degli acquisti di titoli alla prossima riunione del FOMC di fine aprile.  


Certificazione degli analisti

Gli analisti finanziari che hanno predisposto la presente ricerca,  dichiarano che: Le opinioni espresse sulle società citate nel documento riflettono accuratamente l’opinione personale, indipendente, equa ed equilibrata degli analisti; Non è stato e non verrà ricevuto alcun compenso diretto o indiretto in cambio delle opinioni espresse.

Comunicazioni importanti

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