Da seguire: Cina – Il PMI Caixin dei servizi è sceso da 53,1 a 52,6 a febbraio. L’indice ufficiale era risultato anch’esso in flessione, ma su livelli più elevati (54,2)….
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Giappone
Il CPI al netto degli alimentari freschi a gennaio aumenta a 0,1% a/a, in miglioramento da dicembre (-0,2% a/a) e segna il primo dato positivo da 13 mesi, dando un timido segnale di svolta dell’inflazione. L’indice al netto di alimentari freschi ed energia aumenta di 0,2% a/a e dà un’indicazione analoga, di possibile interruzione del trend in calo dell’ultimo anno. L’indice di Tokio per febbraio tuttavia segna una correzione, con un calo di -0,1% a/a sulla misura al netto di alimentari freschi ed energia. Il deprezzamento dello yen dovrebbe gradualmente tradursi in pressioni verso l’alto sull’inflazione nel corso dei prossimi trimestri, spingendo verso l’alto la dinamica dei prezzi core.
Il tasso di disoccupazione a gennaio scende a 3% da 3,1% di dicembre. Il jobs to applicant ratio è stabile a 1,43, su livelli elevati, e continua a segnalare un mercato del lavoro sotto pressione.
La spesa delle famiglie a gennaio delude le aspettative di consenso (-0,4% a/a), con un calo di -1,2% a/a. Tuttavia, la misura che esclude le auto e l’abitazione, la spesa reale aumenta di 0,3% a/a. Un elemento positivo per lo scenario è l’incremento del reddito disponibile reale di 0,7% a/a, il terzo consecutivo.
Area Euro
Germania. Le vendite al dettaglio sono calate di -0,8% m/m a gennaio. La variazione tendenziale a prezzi costanti sale da +0,4 a +2,3% a/a.
Area euro. La stima definitiva dovrebbe confermare il PMI composito in aumento a 56 da 54,4 a febbraio, grazie al miglioramento di clima nei servizi di quasi due punti, a 55,7. In Italia, la prima stima sull’indice dei servizi potrebbe mostrare un PMI invariato a 52,4.
Area euro. Le vendite al dettaglio sono attese in calo per il secondo mese a gennaio, di -0,5% m/m dopo il -0,3% m/m di dicembre. La variazione annua decelererebbe a 0,6% da 1,4%. È possibile un calo dei consumi nel 1° trimestre dopo il robusto +0,8% t/t visto a fine 2016.
Stati Uniti
L’ISM non manifatturiero a febbraio dovrebbe essere in rialzo a 57, da 56,5 di gennaio. La Business Leaders Survey della NY Fed a febbraio era poco variata su livelli espansivi e segnali positivi da tutte le sotto-componenti. L’ISM dovrebbe mantenersi in territorio solido, vicino all’intervallo di fluttuazione della seconda metà del 2016.
Yellen e Fischer parlano dello scenario economico: dopo una settimana costellata da molti dati importanti, dal discorso di Trump in Congresso e da un grande numero di interventi di esponenti del FOMC. I discorsi della Fed di questa settimana hanno mostrato un Comitato coeso e favorevole a un rialzo ravvicinato; l’intervento di Yellen dovrebbe suggellare l’aspettativa di una mossa a marzo.
Ieri sui mercati
L’assestamento delle aspettative sui tassi statunitensi è proseguito anche ieri, portando all’80% la probabilità implicita di un rialzo di 25pb e a 64pb il rialzo totale già scontato a dicembre. Sulla scadenza quinquennale, in una settimana i rendimenti sono saliti di 21pb, che scendono a 16pb su quella biennale. In Europa, sono proseguiti il rialzo dei tassi sulla curva tedesca e il calo dei premi per il rischio sugli altri emittenti (Italia, Spagna e Francia), favorito anche dal flusso di notizie sulla campagna elettorale francese.
L’euro rimane in area 1,05 dollari. Il dollaro si è rafforzato ancora come cambio effettivo, ma nelle ultime ore è marginalmente arretrato. Il CNY si è affacciato sopra 6,90, tornando poi sotto. Correggono gli indici azionari statunitensi.
Area euro
Area euro. La disoccupazione è rimasta stabile a gennaio in linea con le attese, a 9,6% (minimo da maggio 2009). I disoccupati nell’eurozona sono ora 15,6 milioni, 56 mila in meno rispetto a dicembre e oltre un milione in meno rispetto a un anno prima. Nel corso del 2017 ci aspettiamo un calo di circa sette decimi a 9,3% da 10,0% del 2016.
Italia. Il tasso di disoccupazione è risultato pari all’11,9% a gennaio, invariato rispetto al mese precedente. Il dato è comunque inferiore al 12% precedentemente stimato per dicembre (rivisto al ribasso di un decimo). Il tasso dei senza-lavoro è risultato in linea con la nostra previsione e di un decimo inferiore alle stime di consenso. Nel mese gli occupati sono comunque tornati a crescere (+30 mila unità dopo il calo di -11 mila registrato a dicembre), ma l’aumento non si è tradotto in un calo della disoccupazione in quanto ancora una volta compensato dalla diminuzione degli inattivi (-42 mila unità, con il tasso di inattività che, al 34,6%, staziona ai minimi storici). In prospettiva, confermiamo la nostra stima di un calo solo lieve del tasso di disoccupazione nel 2017 (a 11,6% in media d’anno, dopo l’11,7% del 2016 e l’11,9% del 2015).
Francia. secondo un nuovo sondaggio diffuso da Les echos, Le Pen e Macron sarebbero decisamente in testa ai sondaggi, la prima con un 27% dei consensi e il secondo con il 24%. Fillon sarebbe già sceso poco sotto il 20% e Hamon è dato attorno al 12%. In uno scenario simile, al secondo turno sarebbe assai probabile la vittoria di Macron contro la Le Pen con oltre il 60% dei voti. Rispetto alla Le Pen, sembra però che la volatilità delle intenzioni di voto sia superiore per Macron, che sta d’altra parte raccogliendo attorno a sé rilevanti quote dei voti di Hollande prima e, ora, di Fillon. Inoltre, sempre ieri, Macron ha ulteriormente illustrato il suo programma elettorale, in aggiunta a quanto già diffuso la scorsa settimana.
Stati Uniti
I nuovi sussidi di disoccupazione calano ancora nella settimana conclusa il 25 febbraio, a 223 mila da 242 mila della settimana precedente e toccano il minimo da marzo 1973.
Powell (Board) ha dato indicazioni esplicite per un rialzo alla prossima riunione, affermando che il caso per una mossa sui tassi a marzo “si è consolidato” e che a suo avviso “sarà sul tavolo per una discussione”. Powell, come tutti i suoi colleghi, ha detto che gli obiettivi del mandato della Fed ormai a portata di mano.
Trump update. Il ministro della giustizia J. Sessions, sulla scia di forti pressioni in Congresso anche da parte di senatori repubblicani, si è ritirato dalla commissione di indagine sulla relazione fra la campagna elettorale di Trump ed esponenti legati al governo russo. I democratici richiedono anche le sue dimissioni da ministro. Intanto il Senato ha confermato Carson come Housing and Urban Development Secretary e Perry come Energy Secretary, con voti che hanno incluso alcuni senatori democratici.
Fonte: BondWorld.it
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