FOCUS: quanto può pesare uno shock dagli emergenti sulla crescita AE?

Uno shock di crescita nei paesi emergenti si trasmette alle economie avanzate attraverso diversi canali:…


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1) il canale diretto di bilancia commerciale che tipicamente dovrebbe essere il più rilevante. La minore domanda (di beni) da parte degli emergenti colpisce la produzione nei paesi avanzati e in misura maggiore i paesi che esportano beni ad alta intensità di capitale. Tipicamente nei paesi in via di sviluppo la crescita è incentrata sull’accumulo di capitale tramite una forte crescita degli investimenti e meno sui consumi (questo è il caso della Cina e la correzione del mercato azionario riflette la difficoltà da parte delle autorità a mettere in atto politiche economiche che favoriscano una transizione da un modello basato su investimenti ed esportazioni ad una crescita più bilanciata con un contributo maggiore dei consumi privati). La tabella 1 fornisce una fotografia del peso sul PIL di Stati Uniti dell’export verso la Cina ed altre aeree che potrebbero essere affette da un rallentamento della domanda cinese. Le esportazioni verso la Cina pesano per il 7,6% dell’export americano (0,6% del PIL), e per il 6,5% delle esportazioni della zona euro (1,2% del PIL). Il peso della Cina sul PIL euro zona è quindi inferiore a quello della Russia ed Est Europa, nonché del peso congiunto di Stati Uniti, Canada, Regno Unito, Nord Europa ed OPEC. All’interno della zona euro la Germania è il paese più esposto con il 5,8% dell’export totale rivolto alla Cina verso il 3,8% della Francia, e il 2,6% dell’Italia. In ogni caso il peso della Cina sull’export della Germania è comunque inferiore a quello verso la Russia e altre economie avanzate. Va però considerato l’effetto del rallentamento della Cina sul PIL area euro tramite il calo di domanda da parte delle altre economie dell’Asia, legate al ciclo cinese. Come mostra il grafico 1 l’export verso la Cina pesa per il 18,6% dell’export delle altre economie dell’Asia (che includono in questo aggregato Australia e Nuova Zelanda) e per il 18,3% dell’export Giapponese, sui paesi OPEC l’export verso la Cina pesa per il 12.2%.

L’effetto di un rallentamento della Cina sull’export area euro potrebbe quindi essere più significativo rispetto a quanto suggerito dai legami diretti. Andrebbe considerato anche l’effetto del calo dell’export verso la Cina sull’import dei paesi avanzati. In linea di massima l’impatto netto dovrebbe essere positivo, ma potrebbero crearsi degli effetti perversi per quei paesi avanzati che importano dagli emergenti non solo materie prime ma anche componentistica per assemblaggio di macchinari e altri manufatti destinati all’export verso altre aree (in caso di problemi nei flussi di import dagli emergenti ne risentirebbe anche l’export degli avanzati verso altre aree);

2) l’altro canale di trasmissione è dato dalla correzione dei prezzi delle materie prime, visto il ruolo centrale assunto dagli emergenti nel mercato delle commodity con una quota del consumo globale che va da circa il 45% per l’energia a circa 70% per i metalli. Abbiamo già quantificato il potenziale impatto di un rallentamento del prezzo del greggio sulla crescita del PIL area euro un ulteriore effetto di stimolo potrebbe venire dal calo dei prezzi delle altre materie prime, anche se il grosso è dato dal prezzo del greggio;

3) non va poi trascurato la trasmissione via canale finanziario e questo non solo nel caso in cui la correzione degli emergenti parta dallo scoppio di una bolla, ma anche quando la crisi è innescata da un inatteso rallentamento dell’economia reale. La correzione negli emergenti può innescare un calo dei prezzi degli asset, ampie svalutazioni del cambio, un aumento dell’avversione al rischio con ripercussioni sui mercati finanziari dei paesi avanzati (gli eventi recenti offrono ampia evidenza in tal senso). Inoltre, le economie avanzate potrebbero essere vulnerabili a un calo di domanda o vendita di strumenti di debito da parte dei paesi emergenti. La Cina detiene 3600 miliardi di riserve valutarie si stima che di queste circa il 20% siano Treasuries e poco più di un quinto euro.

L’impatto finale sulla crescita delle economie avanzate di uno shock di domanda negli emergenti dipende non solo dall’entità del rallentamento di queste economie, ma anche da come si trasmette lo shock. Se il rallentamento passa per gli investimenti (e questo è verosimilmente il caso in Cina) l’impatto sulla crescita degli avanzati potrebbe essere più significativo a seconda del grado di concentrazione dell’export verso i paesi emergenti. Nel caso della zona euro le esportazioni di macchinari pesano per il 40% del totale esportato al di fuori della zona euro e le esportazioni di macchinari verso la Cina spiegano il 10% dell’export di macchinari nel caso della Germania il peso dell’export di macchinari verso la Cina è più rilevante in percentuale del totale macchinari esportato (v. tab. 2).

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