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Il Punto: Le elezioni in Germania hanno riservato diverse sorprese

Il probabile ingresso dei liberali nel nuovo Governo tedesco non è positivo per le prospettive di riforma dell’Eurozona…….


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Peraltro, l’iniziativa del nuovo Governo potrebbe essere limitata dalla necessità di mediare fra posizioni molto diverse.

– Le elezioni in Germania hanno riservato diverse sorprese. I cristiano democratici (CDU) guidati da Merkel sono confermati primo partito, ma con il 32,9% dei voti validi sono in netto calo rispetto al 2013 (41,5%). I social democratici SPD guidati da Schulz escono nettamente sconfitti con appena il 20,6% dei voti validi. Per CDU e SPD si tratta del peggior risultato in assoluto dal 1949. Il fatto che il Paese sia stato governato per (troppi) anni da una coalizione di larghe intese, ha reso i due maggiori partiti troppo simili agli occhi degli elettori, che hanno cessato di vederli come alternativi. Anche per questo Schulz, leader di SPD, ha dichiarato che ritiene più appropriato mantenere il partito all’opposizione. I populisti di Alternative für Deutschland hanno guadagnato il 13% dei voti. Non sarà in alcun modo cruciale per la formazione del prossimo governo, ma è la prima volta che un partito di estrema destra entra nel Parlamento tedesco dalla fine della seconda guerra mondiale. Il voto ha visto una partecipazione del 75,9%, ben sopra il 71,5% del 2013, segno che la destra radicale è riuscita a catturare l’attenzione di elettori precedentemente scoraggiati. I liberali di FDP ritornano in Parlamento con l’10,7% dei voti, dopo essere stati tagliati fuori nel 2013. I Verdi avanzano di un punto (8,9%) mentre l’estrema sinistra di Die Linke sale al 9,2% dall’8,6% del 2013.

– Creare una coalizione di governo non sarà semplice: il processo richiederà almeno un paio di mesi, nel 2013 i tempi furono record: 86 giorni. Il Bundestag si riunirà per la prima volta ad un mese dal voto (24 ottobre) ma è difficile che per allora si abbiano progressi di rilievo sui negoziati, anche perché il prossimo 15 ottobre si terranno le elezioni in Sassonia. Lo scenario che sembra più probabile, sulla base dell’esito del voto è una coalizione Jamaica, così detta sulla base dei colori dei simboli dei partiti che ve ne farebbero parte CDU (neri), FDP (gialli), Verdi. Merkel ha già governato nel 2009-2013 con l’FDP, ma da quella legislatura i liberali uscirono fortemente penalizzati. Se l’FDP è favorevole ad una liberalizzazione dei servizi, ad una riduzione della pressione fiscale e ad un aumento di spesa pubblica. È assai probabile che i liberali si assicurino la guida del Ministero delle finanze, ora che l’attuale ministro Schäuble ha già detto che passerà ad altri ruoli istituzionali.

– Questa non è certo una buona notizia per il futuro dell’Eurozona. L’FDP è favorevole ad un rafforzamento della clausola di “ no bailout ” e all’applicazione di sanzioni in caso di mancato rispetto delle regole fiscali. I membri del partito sono apertamente contrari alle Outright Monetary Transactions, e sostengono la necessità di applicare soluzioni di mercato in caso di nuove crisi sul debito (Christian Lindner, capo dell’FDP, ha apertamente sostenuto una ristrutturazione del debito greco). L’FDP è favorevole al risk weighting dei titoli sovrani nei portafogli bancari e sarebbe aperto a rinegoziare i Trattati per consentire ai Paesi membri un’uscita “ordinata” dalla zona euro. Il partito è aperto ad un ‘Europa a più velocità, ma contrario ad altre riforme cui la Merkel si è detta favorevole, quali la costituzione di quel minibudget dell’eurozona che il presidente francese Macron ha riproposto questa settimana nell’ambito della sua agenda per l’Unione Europea. D’altro canto, su molti temi i Verdi tedeschi si trovano su posizioni del tutto opposte ai liberali: oltre a rendere più ardua la gestione di una coalizione di governo, ciò potrebbe imporre posizioni più equilibrate – oppure condurre semplicemente a una paralisi di iniziativa e alla difesa dello status quo contro i tentativi di introdurre più solidarietà nell’Eurozona. A nostro giudizio, perciò, la coalizione CDU-FDP-Verdi nella prossima legislatura non aiuterà il processo di riforma della governance europea


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