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Il punto sui tassi FED

Gli indici americani hanno ieri mostrato qualche segno di debolezza dopo le poco entusiasmanti trimestrali nonostante i dati macro che comunque sono stati sufficientemente buoni. Niente di preoccupante, almeno per il momento, poiché che il ritracciamento è avvenuto dai massimi storici e le borse continuano a mantenersi su livelli molto buoni……


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Il tema di fondo a muovere i mercati che dopo il Brexit si era rivelato essere l’appetito al rischio o, a seconda della giornata,il suo contrario, sembra che stia tornando lentamente ad essere dimenticato dagli operatori e al calare dell’interesse per questo argomento corrisponde un ritorno del focus degli operatori per quello che era stato il tema principale degli ultimi anni: la divergenza tra politiche monetarie.

Una nuova accelerazione del mercato del lavoro americano, nelle vendite al dettaglio e nella produzione industriale hanno fatto si che il mercato stia tornando a vedere un possibile intervento sui tassi di interesse, da parte della Federal Reserve, come qualcosa di non poi cosi remoto e distante.

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Un’immagine molto precisa di tutto ciò la offre l’analisi del future sui tassi di interesse che, nei giorni successivi al Brexit, mostrava come l’attesa del mercato era perché i tassi rimanessero fermi fino al 2018 mentre grazie ai buoni dati macro recentemente usciti e al ritorno della calma sui mercati, mostrano oggi uno scenario certamente non ancora ottimistico ma certamente migliorato.

É importante ricordarsi che nell’ultima proiezione del FOMC i membri del comitato convergevano nella loro intenzione di portare i tassi allo 0.75% per la fine dell’anno. Sarà ora molto importante vedere se il loro atteggiamento sarà sullo stile della Bank of England, che nonostante tutto almeno per il momento non ha voluto apportare cambiamenti alla propria politica monetaria, o se le conseguenze del Brexit costringeranno la Yellen ed il resto del comitato a fare un passo indietro e rallentare i loro piani di normalizzazione dei tassi di interesse.

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Solamente ieri il Fondo Monetario Internazionale ha tagliato le stime di crescita globale sia per il 2016 che per il 2017 ed il motivo alla base di ciò è proprio l’uscita del Regno Unito dall’UE e l’impatto negativo che si stima che questo avrà a livello globale. Sarà importante attendere i dati macro dei prossimi mesi per valutare le reali conseguenze sulle economie cosi da capire con più precisione quali saranno le intenzioni delle banche centrali. Certo è che, allo stato attuale delle cose, rialzi nel breve periodo non ce ne saranno ed è anche questo che sta sostenendo i listini azionari.

Fonte: BONDWorld.it


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