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Italia: In ripresa la fiducia sia delle imprese che dei consumatori a marzo

L’indice composito di fiducia delle imprese diffuso dall’Istat è salito per il terzo mese di fila a marzo, a 105,1 da 104,3 precedente (rivisto al rialzo da 104 della prima lettura). Il dato è in linea con la nostra previsione (105). Il livello dell’indice è superiore alla media storica di lungo termine (98,6).…


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Commento di Paolo Mameli, senior economist servizio studi di Intesa Sanpaolo


Il miglioramento è dovuto ai servizi (l’indice corrispondente sale a 106,5 dopo essere risultato poco variato a 105,5 il mese precedente) e al manifatturiero, dove il morale delle imprese aumenta per il quarto mese consecutivo (il sesto degli ultimi sette) e tocca un nuovo record dal 2007, a 107,1 da 106,4 (ci aspettavamo una salita, sia pure più limitata, a 106,5, mentre il consenso si attendeva una correzione a 106). La fiducia è migliorata solo moderatamente nel commercio (a 108,7 dopo il balzo a 108,4 registrato a febbraio) ed è viceversa scesa nelle costruzioni (a 123,3, dopo essere rimasta stabile a 123,9 il mese scorso). In tutti i principali settori il livello del morale delle imprese è superiore alla media degli ultimi 5 o 10 anni (particolarmente nelle costruzioni, dove pure il trend recente è meno confortante rispetto agli altri comparti).

Nel manifatturiero, il miglioramento è diffuso in quanto riguarda sia le valutazioni correnti che le attese, sia sugli ordini che sulla produzione. In particolare, gli ordini correnti raggiungono un massimo da agosto del 2007, trainati dalle commesse dall’estero. Le aspettative delle imprese sull’economia sono tornate in territorio positivo, a +2 da -4: per trovare un valore più elevato occorre tornare indietro a un anno fa. Anche le intenzioni di assunzione sono salite, da 4 a 6: si tratta di un nuovo record da quando sono disponibili i dati (ovvero da 15 anni).

Anche la fiducia dei consumatori ha fatto segnare un rimbalzo a marzo, a 107,6 dopo il calo a 106,6 di febbraio. Il livello dell’indice resta superiore alla media storica di lungo termine (102,2), ma il trend resta al ribasso da ormai oltre un anno  (è iniziato dal massimo storico di 118,4 toccato a novembre 2015).

– Il maggior ottimismo delle famiglie riguarda il clima economico generale (a 126,4 da 120,8) e le aspettative per il futuro (a 111,6 da 109,9), mentre si registra un calo sia per la situazione personale degli intervistati che per le valutazioni correnti (a 101 da 102,1 e a 104,5 da 104,7, rispettivamente).

– Si sono attenuate, per il secondo mese, le preoccupazioni degli intervistati in merito alla disoccupazione (a 24 da 28 di febbraio e da 34 di gennaio).

– Le famiglie riportano un miglioramento della situazione economica personale attesa e del bilancio famigliare, ma un peggioramento della situazione economica famigliare corrente. Si registra anche un ulteriore calo delle opportunità (sia attuali che future) di risparmio nonché di acquisto di beni durevoli.

– L’inflazione sia percepita che attesa dalle famiglie è salita (a -7 da -16 e a -11 da -17, rispettivamente). Peraltro, ciò non sembra aver pesato sul morale dei consumatori.

In sintesi, la ripresa della fiducia, particolarmente marcata tra le imprese e nel settore manifatturiero, segnala un possibile ripresa dell’attività economica nell’industria e di conseguenza del PIL nel trimestre primaverile, dopo un debole inizio d’anno. Trainante in questa fase, almeno nel manifatturiero, è la domanda dall’estero (come visibile dal nuovo massimo da quasi 10 anni delle commesse da oltreconfine).

Conforta inoltre la ripresa delle intenzioni di assunzione nell’industria (sui massimi da almeno 15 anni), che segnala come il rallentamento recente nella creazione di posti di lavoro potrebbe non essere destinato a durare per tutto l’anno. Si conferma invece contrastata la ripresa nelle costruzioni.

I dati sono coerenti con la nostra idea di una possibile accelerazione del PIL (in area 0,3% t/t) a partire dal trimestre primaverile, dopo un inizio d’anno debole (che potrebbe vedere nella migliore delle ipotesi un’espansione limitata a un decimo su base congiunturale). 

Fonte : BondWorld.it


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