Ramenghi Matteo UBS WM Italy UBS Global Real Estate Bubble Index

UBS WM : Bilanci e buoni propositi

UBS WM : Possiamo ormai affermare che il 2025 è stato un anno molto positivo per i mercati finanziari:

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Matteo Ramenghi, Chief Investment Officer UBS WM Italy, UBS Europe SE, Succursale Italia


le borse globali sono salite del 17% (indice STX Global 1800, in dollari), il mercato obbligazionario ha offerto buoni ritorni e continua a garantire rendimenti ben superiori all’inflazione, l’oro ha letteralmente brillato, mentre il dollaro ha vissuto uno dei suoi peggiori anni, perdendo oltre il 10% rispetto all’euro.

Un anno fa i dati suggerivano un atteggiamento costruttivo, ma questi risultati non erano affatto scontati, considerando il contesto geopolitico, i dazi e la decelerazione dell’economia globale.

In questo editoriale si discutono spesso le aspettative economiche e finanziarie di breve termine, le possibili anomalie e gli arbitraggi tra asset class, settori e valute. Dietro le quinte vengono elaborati scenari alternativi per preparare i portafogli a sviluppi diversi da quelli che, in un dato momento, sembrano più probabili.

Tuttavia, sebbene la tattica sia importante nella gestione del patrimonio, l’esperienza e la statistica insegnano che rimanere investiti e mantenere un’ampia diversificazione sono spesso le strategie più premianti.

Nel lungo periodo il mercato azionario offre i rendimenti più elevati (le nostre attese a lungo termine sono di un ritorno dell’8,5% per l’azionario globale, espresso in dollari), pur con una maggiore volatilità. Una quota minoritaria del portafoglio può essere destinata anche al private equity, dove si può ambire a ritorni ancora superiori, a fronte di rischi maggiori.

Se si guarda oltre la volatilità di breve termine e si reinvestono costantemente i rendimenti ottenuti, si genera nuovo capitale (il cosiddetto effetto composto), che può produrre una crescita esponenziale nel tempo.

Ciò si applica soprattutto a portafogli altamente diversificati, con posizioni poco concentrate, per minimizzare l’impatto di fattori idiosincratici imprevedibili, come improvvise difficoltà di società apparentemente solide.

In funzione dell’orizzonte temporale e della tolleranza al rischio, un portafoglio deve includere posizioni meno cicliche e mantenere sempre una liquidità sufficiente a far fronte agli impegni, evitando di dover smobilizzare gli investimenti in essere nel momento sbagliato.

Tuttavia, senza esagerare, troppa liquidità può rallentare la crescita del portafoglio: storicamente, i portafogli che detengono una quota del 25% in disponibilità liquide hanno sottoperformato quelli con una quota del 5% di oltre 25 punti percentuali negli ultimi 15 anni (UBS Year Ahead 2026, Bloomberg).

Avere un piano chiaro che allinei le posizioni di portafoglio alle esigenze e agli obiettivi finanziari, organizzando il proprio patrimonio e definendo una strategia che consenta di orientarsi anche in presenza di forte incertezza, è essenziale per mantenere la rotta nel tempo e massimizzare i ritorni a lungo termine.

Si può pensare al patrimonio in tre dimensioni: liquidità, longevità e lascito (*). A ciascuna dimensione è associata una missione diversa:

  • Liquidità, per coprire le uscite previste in un orizzonte di tre-cinque anni o altri impegni finanziari;
  • Longevità, per provvedere al proprio sostentamento per il resto della vita, includendo portafogli orientati alla crescita e immobili utilizzati direttamente;
  • Lascito, il patrimonio eccedente il capitale necessario nel corso della propria vita, che viene investito a lungo termine con una quota maggiore di azioni e magari investimenti illiquidi per massimizzare il patrimonio per le generazioni future.

Una volta destinato un importo sufficiente alla strategia Liquidità, il capitale in eccesso può quindi essere impiegato per la crescita a lungo termine. Avere la possibilità di lasciare investita a lungo termine e in modo diversificato una parte del portafoglio consente di sfruttare l’effetto composto e ottenere performance migliori nel tempo. (*)

Un approccio di questo tipo può inoltre aiutare gli investitori a evitare i classici errori emotivi descritti dalla finanza comportamentale, come l’eccesso di ottimismo nelle fasi positive e l’estrema avversione al rischio in quelle burrascose.

Inoltre, consente di valutare in modo olistico il patrimonio, evitando la duplicazione dei rischi tra le diverse aree, come azienda, attività professionale, immobili o esposizioni valutarie.

Questa è l’ultima lettera settimanale dell’anno. Desidero ringraziarvi per l’attenzione e l’interesse dimostrato: per me è un vero piacere poter condividere riflessioni e spunti ogni settimana.

Rimango a vostra disposizione per qualsiasi domanda o approfondimento ma, soprattutto, colgo l’occasione per augurarvi buone feste e un 2026 ricco di serenità e soddisfazioni!

Fonte: InvestmentWorld.it


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